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Adobe propone un modo per proteggere gli artisti dai plagi dell’intelligenza artificiale

Adobe content authenticity
09 Ottobre 2024, 11:56 | Lorenzo Ricciutelli Lorenzo Ricciutelli

Nel primo trimestre del 2025, Adobe lancerà in versione beta “Content Authenticity”, ovvero un modo che permette ai creator di certificare l’autenticità delle loro opere.

Content Authenticity arriverà il prossimo anno, pare in versione beta e tramite un’applicazione web, e permetterà ai creator di aggiungere delle credenziali ai loro lavori, garantendone la paternità e proteggendoli da eventuali abusi.

Questo sistema è più avanzato dei metadati, facilmente eliminabili ad esempio con degli screenshot: le credenziali di Adobe si spingono oltre e utilizzeranno delle impronte digitali invisibili, insieme a delle firme crittografiche, che confermeranno l’origine di immagini, video e file audio.

Come funziona Content Authenticity

Content Authenticity

Il funzionamento è sofisticato: una specie di watermark invisibile altera i pixel di un’immagine in maniera impercettibile all’occhio umano, mentre l’impronta digitale identifica il file in modo univoco, rendendolo riconoscibile anche se le informazioni sulle credenziali vengono rimosse.

Andy Parsons, direttore senior di Adobe, ha spiegato che il sistema permetterà a chiunque di riconoscere l’autore di un’immagine, un video o un file audio, ovunque questi circolino sul web.

Si tratta di una promessa ambiziosa, soprattutto se si considera l’enorme quantità di contenuti che viene pubblicata ogni giorno sull’Internet.

Per diffondere la tecnologia su larga scala, Adobe ha stretto già collaborazioni con Microsoft, Google, Meta e OpenAI, ma anche con i produttori di fotocamere che coprono il 90% del mercato globale, un segno che il progetto potrebbe davvero avere un impatto concreto.

Un plugin e una web app

Resta comunque aperta la questione di come far sì che queste credenziali siano visibili e accessibili a tutti.

Content Authenticity

A questo scopo, Adobe ha sviluppato un’estensione per il browser Chrome che permetterà agli utenti di visualizzare le credenziali di autenticità di un contenuto direttamente dal browser, oltre a un’applicazione chiamata “Inspect”, che consentirà di verificare le informazioni su chi ha creato un determinato contenuto.

Il problema dei furti digitali, soprattutto quelli legati all’intelligenza artificiale, è diventato sempre più preoccupante. I sistemi di IA generativa, infatti, possono creare contenuti partendo da dataset che includono opere originali senza il consenso degli autori.

Adobe, però, vuole andare oltre: con il suo strumento Firefly, addestrato su immagini di Adobe Stock, assicura che nessuna opera creata dai propri utenti venga utilizzata senza il loro permesso.

Nonostante la resistenza iniziale da parte di alcuni artisti – e di sviluppatori – all’adozione di strumenti di IA generativa, funzioni come il riempimento generativo in Photoshop hanno ottenuto un’accoglienza sorprendentemente positiva. Questa funzione, che permette di estendere un’immagine tramite prompt, ha registrato un tasso di utilizzo 10 volte superiore rispetto ad altre funzionalità di Photoshop.

In aggiunta, Adobe ha avviato una collaborazione con Spawning, un sito che permette agli artisti di verificare se le loro opere siano state utilizzate in dataset di addestramento di IA. Attraverso il sito “Have I Been Trained?”, gli autori possono inserire i loro lavori in un registro che indica chiaramente quali opere non devono essere utilizzate per l’addestramento di sistemi di intelligenza artificiale.

La versione beta dell’estensione per Chrome sarà disponibile nei prossimi giorni, mentre l’applicazione web “Content Authenticity” sarà lanciata nel corso del prossimo anno, con l’obiettivo di offrire una protezione sempre più solida ai creatori digitali di tutto il mondo.

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Lorenzo Ricciutelli
Fondatore e autore di Techdot. Vivo da sempre con un’amore sfrenato per l’informatica e la tecnologia. Homo sanza lettere, discepolo della esperienza. Imprenditore digitale.