Apple: la “Ricerca Visiva Migliorata” è abilitata di default ed invia i dati ad Apple

Una nuova funzione di iOS, chiamata “Ricerca Visiva Migliorata”, consente di identificare i punti di riferimento nelle foto, ma richiede la condivisione di dati con Apple. Scopri cosa significa per la tua privacy e come gestire questa impostazione abilitata di default.
La nuova funzione solleva dei dubbi sulla privacy degli utenti. L’impostazione è attivata di default e consente al dispositivo di condividere i dati delle foto con Apple con il fine di identificare i punti di riferimento come gli edifici o i monumenti di una città. La scoperta arriva da uno sviluppatore, Jeff Johnson, che ha sollevato la questione nel suo blog.
Controllando un iPhone 16 Pro Max l’opzione è attiva. È possibile verificare la sua presenza nelle impostazioni dell’app Foto su iPhone o Mac in: Impostazioni > App > Foto > Ricerca visiva migliorata.
La funzione consente di identificare luoghi fotografati, come edifici o monumenti, semplicemente selezionando l’opzione “Ricerca visiva” disponibile nella schermata delle immagini. Ma a differenza di quest’ultima, la ricerca visiva migliorata invia i dati ad Apple.
Nei termini si legge:
La ricerca visiva migliora in Foto ti consente di cercare immagini utilizzando punti di riferimento e di interesse. Il dispositivo associa privatamente i luoghi nelle tue foto con un indice globale che Apple conserva sui propri server. Applichiamo tecniche di privacy differenziale e di crittografia omomorfica e utilizzano un relay OHTTP che nasconde l’indirizzo IP. Questo impedisce ad Apple di ottenere le informazioni sulle tue foto. Puoi disattivare “Ricerca visiva migliorata” in qualsiasi momento sui dispositivi iOS o iPadOS. Scopri di più.
Il funzionamento è spiegato nel blog di ricerca sull’apprendimento automatico di Apple. Un modello di machine learning rileva nelle immagini una “regione di interesse” (ROI) potenzialmente associata a un punto di riferimento. Questi dati vengono quindi trasformati in un array numerico chiamato “vector embedding”, criptati e inviati ai server Apple per essere confrontati con il loro database.
Apple sembra aver adottato misure significative per proteggere la privacy dei dati, ma il fatto che l’opzione sia attivata di default è motivo di discussione. Altri servizi Apple, come la condivisione di dati analitici o le interazioni con Siri, richiedono il consenso esplicito dell’utente tramite un’opzione opt-in. In questo caso, però, gli utenti devono scoprire autonomamente la funzione per poterla disattivare.