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Apple risarcirà gli utenti spiati da Siri per un totale di 95 milioni di dollari

Siri class action di Apple
05 Gennaio 2025, 10:32 | Lorenzo Ricciutelli Lorenzo Ricciutelli

Apple ha accettato di pagare il risarcimento di 95 milioni di dollari per chiudere definitivamente la class action contro le conversazioni di Siri “ascoltate” da alcuni dipendenti.

Gli utenti statunitensi che hanno partecipato alla class action riceveranno fino a 20 dollari per ogni dispositivo Apple coinvolto, fino ad un massimo di cinque dispositivi.

Un risarcimento record per le attivazioni involontarie di Siri

La controversia riguarda l’assistente vocale Siri, che in alcuni casi ha registrato le conversazioni private senza consenso e le ha trasmesse per una revisione a dei dipendenti Apple incaricati. Come riportato da Bloomberg, l’accordo, ancora in attesa di approvazione giudiziaria, potrebbe risarcire un grande numero di utenti Apple residenti negli Stati Uniti.

Per essere idonei, gli utenti devono possedere o aver acquistato un dispositivo abilitato a Siri – tra cui iPhone, iPad, Apple Watch, MacBook, iMac, HomePod, iPod touch o Apple TV – tra il 17 settembre 2014 e il 31 dicembre 2024. Devono inoltre dichiarare sotto giuramento che Siri si è attivato involontariamente durante una conversazione privata.

La class action contro Apple

L’azione legale è nata a seguito di un’inchiesta del The Guardian del 2019, che ha rivelato come i dipendenti di Apple ascoltassero dei frammenti di conversazioni sensibili registrate accidentalmente da Siri. Il report ha messo in luce che queste registrazioni includevano dati medici, trattative illegali e persino momenti intimi. Un informatore ha dichiarato che Siri poteva essere attivato erroneamente da suoni casuali, come quello di una zip.

Apple ha risposto alle accuse dichiarando che solo una piccola parte delle registrazioni veniva analizzata dai contractor e che avrebbe cessato di conservare le registrazioni audio. Inoltre, l’azienda si è scusata pubblicamente ed ha modificato la pratica di gestione dei dati.

Il problema riguarda anche altri colossi tech. Sotto i riflettori sono finite anche Google ed Amazon, anche loro accusate di aver acquisito “accidentalmente” dei dati sensibili tramite assistenti vocali.

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Lorenzo Ricciutelli
Fondatore e autore di Techdot. Vivo da sempre con un’amore sfrenato per l’informatica e la tecnologia. Homo sanza lettere, discepolo della esperienza. Imprenditore digitale.