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ChatGPT Plus: entro 5 anni si arriverà a 50€ al mese

30 Settembre 2024, 11:16 | Andrea De Luca Andrea De Luca

OpenAI, la start-up di San Francisco dietro a ChatGPT, è in cerca di nuovi investitori per far fronte ad una crescita vertiginosa che, però, ha un costo salato.

Stando ad alcuni documenti visionati dal New York Times, l’azienda deve fare i conti con un urgente bisogno di liquidità nonostante la popolarità del chatbot continui a generare guadagni miliardari.

I ricavi mensili di OpenAI ad agosto hanno raggiunto i 300 milioni di dollari, una crescita impressionante pari al +1.700% rispetto ai primi mesi del 2023. Stando alle previsioni, le vendite annuali sarebbero pari a 3,7 miliardi di dollari nel 2024, una stima pronta ad arrivare a 11,6 miliardi nel 2025 grazie anche al nuovo modello di intelligenza artificiale in arrivo. Il rovescio della medaglia è che le perdite previste per il 2024 potrebbero toccare i 5 miliardi di dollari: a pesare sarebbero i costi operativi (sapete quanta acqua consuma chatGPT?), gli stipendi dei dipendenti e l’affitto degli uffici. E sui documenti non sarebbero presenti i compensi azionari dei dipendenti.

È per questo che OpenAI è pronta a raccogliere almeno 7 miliardi da dei nuovi investitori, con l’obiettivo di portare la valutazione societaria a 150 miliardi di dollari, una cifra che la collocherebbe tra le aziende tech private più preziose al mondo.

Questo round di finanziamento, che potrebbe chiudersi già la prossima settimana, arriva in un momento cruciale, dato che OpenAI è in piena espansione ma ha perso figure societarie chiave negli ultimi mesi. Mercoledì sera la Chief Technology Officer Mira Murati ha rassegnato le dimissioni, seguita poco dopo dal Chief Research Officer Bob McGrew e dal Vice President of Research Barret Zoph.

I documenti offrono uno spaccato dettagliato delle finanze dell’azienda, ma non è chiaro quanto effettivamente OpenAI stia perdendo. Le spese crescono di pari passo con il numero crescente di utenti, e l’azienda prevede di continuare a raccogliere fondi negli anni a venire.

Ad agosto, i ricavi erano triplicati rispetto all’anno precedente e, a giugno, circa 350 milioni di persone utilizzavano i prodotti di OpenAI ogni mese, contro i 100 milioni di marzo. La maggior parte di questi utenti è attratta dalla popolarità di ChatGPT, lanciato nel novembre 2022. Secondo le previsioni, ChatGPT genererà ricavi per 2,7 miliardi di dollari quest’anno, rispetto ai 700 milioni del 2023, con un miliardo derivante da aziende che utilizzano la sua tecnologia.

Attualmente, circa 10 milioni di utenti di ChatGPT pagano una quota mensile di 18€ circa, ma OpenAI ha intenzione di aumentare questa cifra a 21€ entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di arrivare a 40/50€ nei prossimi cinque anni. Oltre un milione di sviluppatori si affidano alla tecnologia di OpenAI per alimentare i propri servizi.

Le previsioni per il 2029 parlano di ricavi annuali pari a 100 miliardi di dollari, cifre che posizionerebbero OpenAI allo stesso livello di colossi come Nestlé o Target.

Come molte start-up tecnologiche di rilievo, OpenAI sta faticando a contenere i costi. La spesa maggiore riguarda la potenza di calcolo fornita dalla partnership con Microsoft, che è anche il principale investitore. Microsoft ha già versato oltre 13 miliardi di dollari nella società, ma OpenAI utilizza gran parte di questi fondi per pagare i servizi cloud di Microsoft, che ospitano i suoi prodotti.

Tra gli investitori coinvolti nelle trattative ci sono Thrive Capital, Microsoft, Apple, Nvidia, Tiger Global e MGX, una società d’investimento tecnologico degli Emirati Arabi Uniti. Thrive Capital ha già investito 750 milioni di dollari nel nuovo round di finanziamento e prevede di raccogliere altri 450 milioni attraverso uno strumento chiamato “special purpose vehicle”. Inoltre, come investitore principale, Thrive avrà la possibilità di iniettare un ulteriore miliardo di dollari nella società entro il 2025, mantenendo una valutazione di 150 miliardi di dollari, un’opportunità particolarmente allettante visto che il valore di OpenAI è quintuplicato in un solo anno.

Questa fase di raccolta fondi coincide con la trasformazione di OpenAI da organizzazione senza scopo di lucro a società for profit. Fondata nel 2015 da Sam Altman, Elon Musk e altri esperti di tecnologia come organizzazione no-profit, OpenAI è ora guidata da un consiglio di amministrazione indipendente che non risponde agli investitori. Nel 2018, con l’uscita di Musk, Altman ha trasformato l’azienda in una società a “profitto limitato” per attrarre i miliardi necessari allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Secondo i termini del nuovo round di finanziamento, OpenAI ha due anni di tempo per trasformarsi definitivamente in una società for profit. In caso contrario, i fondi raccolti verranno convertiti in debito.


Andrea De Luca
Andrea De Luca, nato nel 1998, nel cuore dell’era digitale. La passione per l’informatica affonda le radici fin dalla sua adolescenza. Wannabe ingegnere informatico, nel frattempo studio codice, costruisco computer e tastiere meccaniche custom. Ama leggere libri di fantascienza.