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Whatsapp apre alle terze parti: ecco come cambierà la messaggistica in Europa con il DMA

Whatsapp reazione doppio tap con il cuore su android
09 Settembre 2024, 15:41 | Lorenzo Ricciutelli Lorenzo Ricciutelli

Whatsapp e Messenger consentiranno messaggi e chiamate anche da servizi di terze parti, solo nell’Unione Europea.

Meta ha finalmente scoperto le carte: le chat di WhatsApp e Messenger si aprono alle app di terze parti, una rivoluzione tutta europea. Il perché è presto detto: il Digital Markets Act impone a colossi come Meta, azienda madre di Facebook e Whatsapp, di rendere le loro app interoperabili con altre piattaforme di messaggistica. Un obbligo a cui Mark Zuckerberg si sta adattando, anche se le novità arriveranno in modo graduale.

Il piano dell’azienda è quello di integrare i messaggi di Whatsapp e Messenger con quelli di altre app come Telegram, Signal, e iMessage di Apple entro la fine dell’anno.

Le chat potranno essere raccolte tutte in un unico inbox o, addirittura, separarle per tipologia di social. Meta ci tiene a far sapere di essere andata “oltre le richieste minime”, promettendo funzioni avanzate come le reazioni, le risposte dirette, gli indicatori di digitazione e le immancabili spunte di lettura.

Nel 2027 Meta conta di aprire anche alle chiamate video e vocali da app di terze parti. Immaginate di poter chiamare un amico su Telegram direttamente da WhatsApp: fantascienza? No, è il futuro prossimo secondo i piani del gigante di Menlo Park.

L’operazione non sarà priva di ostacoli perchè per garantire la sicurezza e la privacy delle comunicazioni, tutte le app che vorranno integrarsi con WhatsApp e Messenger dovranno adottare il Signal Protocol, lo stesso che Meta utilizza per proteggere i suoi messaggi. E sì, Meta ha già fatto sapere che renderà disponibile questo protocollo a chiunque ne faccia richiesta, come parte dell’accordo che le terze parti dovranno firmare.

La mossa di Meta non è certo frutto di una scelta volontaria: è una conseguenza diretta delle normative europee, che mirano a garantire maggiore concorrenza nel settore tecnologico. Essere etichettati come “gatekeeper digitali” costringe i colossi del web a cedere parte del loro monopolio, aprendo i loro servizi alla concorrenza.


Lorenzo Ricciutelli
Fondatore e autore di Techdot. Vivo da sempre con un’amore sfrenato per l’informatica e la tecnologia. Homo sanza lettere, discepolo della esperienza. Imprenditore digitale.