Dal Giappone arriva la prima lavatrice per esseri umani

A volte il futuro arriva da dove meno ce lo aspettiamo. E così, mentre il mondo tech discute di intelligenza artificiale e robotica, dal Giappone spunta una tecnologia che riporta in vita un sogno vecchio di mezzo secolo: la lavatrice per esseri umani.
Non è uno scherzo: Science Co., un’azienda di Osaka specializzata in tecnologie per il bagno, ha reinventato completamente questo concept nato nel 1970, trasformandolo in qualcosa che potrebbe davvero cambiare il nostro modo di vivere la quotidiana routine dell’igiene personale.
La tecnologia che non ti aspetti
Immaginate di entrare in una cabina che sembra uscita da Star Trek. Un cockpit trasparente, sensori biometrici che leggono i vostri parametri vitali, e un’intelligenza artificiale che decide la temperatura perfetta dell’acqua basandosi sul vostro stato emotivo.
Non è fantascienza, ma è invece quanto vedremo all’Expo di Osaka Kansai di aprile, dove la “Mirai Ningen Sentakuki” (letteralmente: lavatrice umana del futuro) farà il suo debutto.
Il bello è che questa tecnologia ha radici profonde. Nel 1970, quando il Giappone sognava il futuro all’Expo di Osaka, Sanyo Electric presentò un primo prototipo che utilizzava ultrasuoni e sfere massaggianti. Un concept che catturò l’immaginazione di un bambino di quarta elementare, Yasuaki Aoyama, oggi presidente di Science Co. e artefice di questa rinascita tecnologica.
La versione 2024 è qualcosa di completamente diverso. Quindici minuti di trattamento completamente automatizzato, dove l’AI gestisce la temperatura e la pressione dell’acqua, ma anche l’ambiente circostante, proiettando immagini rilassanti direttamente sulla cupola trasparente. È la perfetta fusione tra benessere e alta tecnologia, potenziata da un sistema di microbolle che millanta una pulizia profonda e delicata.
L’azienda ha già annunciato che solo otto fortunati al giorno potranno provare questa esperienza durante l’Expo. Ma il vero colpo di scena è un altro: Science Co. sta già lavorando a una versione domestica. Sì, avete capito bene: in un futuro non troppo lontano, questa tecnologia potrebbe entrare nelle nostre case.
C’è qualcosa di poetico in tutto questo, negli anni ’70, quando il Giappone era ancora un paese in cui i bagni privati erano un lusso riservato a pochi, questa tecnologia sembrava un sogno impossibile. Oggi, nell’era dell’IoT e dell’AI, quel sogno non solo diventa realtà, ma si trasforma in qualcosa di ancora più avanzato. È la dimostrazione che a volte le idee hanno solo bisogno del tempo giusto per maturare.