I dazi di Trump potrebbero far lievitare i prezzi delle GPU

Nvidia e AMD stanno accelerando la produzione e la spedizione delle loro schede grafiche per evitare gli imminenti dazi dell’amministrazione Trump.
Questi dazi, che entreranno in vigore il 20 gennaio, potrebbero far lievitare i prezzi fino al 40%, con un impatto mostruoso sul mercato delle GPU e dei dispositivi elettronici. Ma cosa significa tutto questo per consumatori e produttori?
Dazi e aumenti: cosa sta succedendo?
L’amministrazione Trump ha annunciato nuovi dazi del 10% o 20% sui beni importati e una tariffa speciale del 60% per i prodotti provenienti dalla Cina. L’obiettivo è riportare la produzione negli Stati Uniti, ma il costo di questa misura potrebbe ricadere sui consumatori. Prodotti come laptop, smartphone, monitor, computer desktop e TV, per lo più fabbricati in Cina, rischiano di subire importanti aumenti di prezzo.
Per quanto riguarda Nvidia e AMD, la fabbricazione dei chip avviene principalmente grazie a TSMC e Samsung, ma l’assemblaggio e il packaging delle schede grafiche — inclusi i sistemi di raffreddamento ed i circuiti stampati — vengono spesso affidati ai partner cinesi Foxconn e BYD. Anche Asus, MSI, Gigabyte e Zotac eseguono gran parte della loro produzione in Cina, rendendoli di fatto vulnerabili ai nuovi dazi.
Secondo quanto riportato da Ctee, i produttori stanno lavorando per far arrivare quante più GPU possibili nei magazzini statunitensi prima della data fatidica del 20 gennaio. Nvidia presenterà la serie RTX 5000 al CES tra pochi giorni, mentre AMD è pronta a svelare la nuova linea Radeon 9000. I dazi potrebbero avere un impatto notevole sui prezzi di queste schede di nuova generazione.
Non solo GPU: l’effetto a catena
I nuovi dazi non influiranno solo sulle schede grafiche. Un recente rapporto della Consumer Technology Association (CTA) evidenzia aumenti previsti per altri dispositivi elettronici: i prezzi dei laptop potrebbero salire del 45%, quelli degli smartphone del 25,8%, mentre monitor e console da gioco rischiano aumenti del 31,2% e del 40%.
Gli aumenti saranno inevitabili, e i consumatori dovranno fare i conti con un mercato più caro.