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Elon Musk ammette di aver pagato qualcuno per giocare al posto suo

Elon Musk mentre gioca a Diablo 4
22 Gennaio 2025, 14:18 | Leonardo Diserpiero Leonardo Diserpiero

Elon Musk e la curiosa rivelazione: “Pago altri per giocare ai videogiochi al posto mio”.

In questi giorni le attenzioni sono tutte rivolte su Elon Musk, che dopo il (presunto?) saluto romano è coinvolto in un nuovo scoop. Durante una conversazione con lo streamer NikoWrex, il numero uno di Tesla e SpaceX ha ammesso di delegare a terzi la crescita dei suoi personaggi in Diablo IV e Path of Exile 2. “È una pratica comune ai massimi livelli” ha spiegato Musk, “quindi non c’è nulla di strano.”

In passato, già diversi gamer avevano messo in dubbio le abilità di Musk, soprattutto dopo una diretta streaming in cui mostrava il suo personaggio di Path of Exile 2. I più attenti avevano notato dei dettagli che lasciavano intendere come l’account fosse stato “potenziato” tramite il contributo di gamer professionisti. La questione aveva generato un acceso dibattito, alimentato anche dalle risposte di Musk e dal supporto pubblico di Grimes, madre di tre dei suoi figli.

“Non ho mai detto di fare tutto da solo”
Nella conversazione con NikoWrex, pubblicata su YouTube, Musk ha affrontato direttamente le accuse, spiegando che durante le stream il gameplay mostrato è sempre suo, ma che per raggiungere i livelli più alti nei giochi si è affidato a dei professionisti. “Non ho mai affermato di livellare da solo” ha chiarito. “Nelle parti più alte delle classifiche, è normale che più persone contribuiscano alla crescita di un account. È impossibile competere con i giocatori asiatici senza questa pratica, visto che lo fanno anche loro.”

Musk, da sempre orgoglioso della sua immagine di gamer, ha cercato di minimizzare la controversia, anche se ha ammesso di aver gestito male la comunicazione iniziale. “Avrei potuto evitarla dicendolo fin da subito” ha commentato.

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Leonardo Diserpiero
Leonardo Diserpiero, classe 1989, da sempre innamorato del mondo dei videogiochi, degli anime e dei manga: lui stesso lo definisce il cocktail digitale di pura passione nerd. Fin da piccolo si è immerso nel mondo dell’informatica, preferendo la console al ciuccio e imparando a navigare tra i livelli dei giochi prima ancora di imparare a leggere.