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Google conferma l’autenticità dei documenti trapelati

Google ammette che i documenti trapelati sono autentici
31 Maggio 2024, 10:13 | Lorenzo Ricciutelli Lorenzo Ricciutelli

Dopo 36 ore di silenzio totale, Google conferma l’autenticità dei documenti trapelati sul funzionamento del motore di ricerca.

La collezione di 2.500 documenti trapelati tramite un insider, che offre dei dettagli precisi sui dati raccolti dall’azienda per la classificazione dei siti web, è reale. La conferma arriva direttamente da Google.

I documenti in questione, come spiegato dal nostro approfondimento, rivelano tutti i dati che Google monitora, alcuni dei quali vengono utilizzati per il segretissimo (?) algoritmo di classificazione dei risultati di ricerca organici.

Questa è la risposta di Google, che arriva tramite Davis Thompson in un’email a The Verge: “We would caution against making inaccurate assumptions about Search based on out-of-context, outdated, or incomplete information. We’ve shared extensive information about how Search works and the types of factors that our systems weigh, while also working to protect the integrity of our results from manipulation.”

L’azienda dice quindi di non trarre conclusioni affrettate e inaccurate su alcune parti del documento oramai obsolete, visto che condivide molte informazioni su come funziona la ricerca e sui fattori che i sistemi considerano, proteggendo allo stesso tempo l’integrità dei risultati dalla manipolazione dei SEO.

La comunità SEO è sconvolta?

Nei documenti trapelati online sono state trovate delle tracce di dati che Google ha sempre negato di utilizzare per la classificazione delle pagine web nella ricerca. La comunità SEO ora appare molto in dubbio, alcuni webmaster, programmatori e esperti SEO non si fidano più dei portavoce dell’azienda.

Google è, ovviamente, molto riservata su come funziona il suo algoritmo di ricerca, ma questi documenti – insieme alle recenti testimonianze nel caso antitrust del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti – hanno fornito una maggiore chiarezza sui segnali che Google considera quando si tratta di classificare le pagine. E spesso, non vengono presi in considerazione quelli che gli esponenti dell’azienda consigliano di migliorare.

Le scelte che Google fa nella ricerca hanno un impatto profondo su chiunque si affidi al web per fare affari, dai piccoli editori indipendenti ai ristoranti fino ai negozi online. A sua volta, è nata un’industria di persone che sperano di decifrare il codice o superare l’algoritmo. La vaghezza di Google e la sua parsimonia nelle dichiarazioni non hanno aiutato, ma l’afflusso di documenti interni offre, almeno, un’idea di cosa pensi l’azienda che domina il web.


Lorenzo Ricciutelli
Lorenzo Ricciutelli
Fondatore e autore di Techdot. Vivo da sempre con un’amore sfrenato per l’informatica e la tecnologia. Homo sanza lettere, discepolo della esperienza. Imprenditore digitale.