Google perde la causa per la modalità in Incognito: costretta a cancellare i dati gli utenti

Google perde in tribunale la causa avviata per colpa della modalità in incognito ed è costretta a cancellare i dati degli utenti.
La controversia sostiene che Google avesse indotto in errore gli utenti in merito ai dati raccolti durante l’uso della modalità Incognito o di “navigazione privata”, monitorando comunque l’uso sui siti web senza il loro consenso. Google conservava comunque i dati dei siti web visitati, ma la scheda Incognito non rendeva questo punto abbastanza esplicito.
Nel gennaio 2024, Google ha aggiornato il testo relativo alla modalità Incognito per specificare che la raccolta di dati da parte di Google avviene allo stesso modo sia in modalità Incognito che in navigazione normale.
Per via della causa, Google si impegna a distruggere “miliardi di punti dati” raccolti inappropriatamente, oltre a modificare la descrizione della modalità In Incognito e a bloccare i cookie di terze parti di default quando si utilizza questa funzione, con la promessa di eliminarli totalmente entro la fine dell’anno. Per il momento l’accordo non prevede risarcimenti agli utenti di Chrome, ma offre comunque la possibilità di intentare cause individuali.
Un portavoce di Google ha comunicato al The Wall Street Journal che per l’azienda non ci sono problemi a cancellare dei “vecchi dati tecnici” non associati a individui né utilizzati per la personalizzazione. La causa richiede ancora l’approvazione definitiva del giudice che presiede il caso.
Google sta chiudendo varie cause minori mentre si trova ad affrontare il Dipartimento di Giustizia degli USA per le sue pratiche nel settore della ricerca e della pubblicità. A Google è stato rimproverato di aver stretto accordi preferenziali pericolosi per l’industria della ricerca e di detenere un eccessivo controllo sugli strumenti pubblicitari. La disputa legata alla ricerca prosegue da settembre scorso, mentre la causa legata alla pubblicità avanzerà nel settembre 2024.