I bot creati dall’intelligenza artificiale di Facebook e Instagram non convincono nessuno

Meta ha provato a scuotere il mondo social con dei bot basati sull’intelligenza artificiale, ma la reazione degli utenti è stata tutt’altro che positiva.
I bot di Meta: da novità a controversia
Nel 2023 Meta ha lanciato una serie di profili gestiti da IA su Instagram e Facebook. Tra questi, alcuni erano ispirati a celebrità e noti youtuber come MrBeast, ma sono stati eliminati nel giro di pochi mesi. Al loro posto, sono rimasti altri bot completamente fittizi, come “Jane Austen” (una romanziera cinica), “Liv” (una mamma queer che si definisce una “portatrice di verità”) e “Carter” un coach virtuale che dà consigli sulle relazioni.
Questi profili, etichettati come “Gestito da Meta” sono stati ignorati per mesi, con pochissimi follower e interazioni. Di recente sono tornati in vigore grazie ad alcuni articoli pubblicati da testate giornalistiche ed è iniziata una pioggia di critiche.
Le reazioni degli utenti non sono state gentili. Molti si sono chiesti il senso di bot che danno consigli su relazioni o condividono contenuti ispirazionali. “Che cosa può saperne un’IA di appuntamenti?” ha commentato un utente. C’è un altro problema che ha peggiorato la situazione: non è possibile bloccare o limitare i bot. Meta però ammesso che si tratta di un bug e ha dichiarato che i profili saranno temporaneamente rimossi per risolverlo.
Nonostante le critiche, Meta immagina un futuro in cui i bot IA saranno una parte integrante delle piattaforme social. Connor Hayes, vicepresidente per l’IA generativa di Meta, ha spiegato al Financial Times che questi profili potrebbero avere biografie, immagini del profilo e la capacità di creare contenuti autonomamente. “Li vediamo come una nuova forma di account sui social” ha dichiarato Hayes.
L’idea di inondare i social con bot IA è divisiva. Da un lato i servizi come Character.ai dimostrano che esiste un forte interesse per le interazioni con gli amici virtuali, dall’altro crescono le preoccupazioni per la privacy e l’impatto sociale con queste tecnologie.