Neuralink: il secondo paziente sta bene e gioca a Counter Strike
Neuralink afferma di aver risolto tutti i problemi con l’impianto cerebrale del secondo paziente.
Neuralink, la startup di Elon Musk che lavora sull’interfaccia uomo-macchina con chip impiantati nel cervello, ha rilasciato un aggiornamento sulle sue prime sperimentazioni umane, affermando di aver superato uno degli ostacoli più critici.
Dopo che il primo paziente aveva riscontrato un problema con la retrazione dei fili dell’impianto dal cervello, la società ha adottato una serie di misure preventive per il secondo paziente, conosciuto come Alex, e i risultati sembrano essere incoraggianti.
Nel gennaio scorso, Neuralink aveva impiantato il suo primo chip cerebrale su un paziente paralizzato, con l’obiettivo di permettergli di controllare dispositivi elettronici e navigare online usando solo il pensiero. Ma dopo alcune settimane, i fili connettivi dell’impianto si sono ritirati dal cervello, compromettendo la qualità dei segnali ricevuti dal dispositivo.
Per il secondo intervento, l’azienda ha deciso di ridurre il movimento del cervello durante l’operazione e di avvicinare il più possibile l’impianto alla superficie cerebrale. Finora, non sono stati riscontrati problemi di retrazione dei fili nel paziente Alex.
L’esperienza del primo paziente ha comunque portato a delle modifiche. Neuralink ha rivisto l’algoritmo di rilevamento e traduzione dei segnali, riuscendo a stabilizzare i fili dell’impianto e a recuperare la funzionalità del dispositivo. Alex, dopo l’intervento di luglio, ha già dimostrato di poter usare il chip per progettare con un software CAD un supporto personalizzato per il caricatore del suo Neuralink, poi realizzato con una stampante 3D. È riuscito inoltre a combinare l’impianto con un joystick a controllo orale per migliorare le sue prestazioni nel videogioco Counter-Strike 2, potendo muoversi e mirare contemporaneamente.
Neuralink ha dichiarato che sta sviluppando ulteriori funzionalità per il chip, inclusa la capacità di decodificare più clic e movimenti, per offrire una completa esperienza di utilizzo come mouse o controller per videogiochi. Tra le novità in arrivo, ci sono anche algoritmi in grado di riconoscere l’intento di scrivere a mano, accelerando così l’inserimento di testo e facilitando la comunicazione per chi non può parlare, come i pazienti affetti da SLA.
Infine, l’azienda ha in programma di rendere i suoi impianti capaci di interagire con dispositivi reali, come sedie a rotelle o mani robotiche, per migliorare l’autonomia dei pazienti.