No, GPT Search non è ancora il Google-Killer

La scorsa settimana OpenAI ha presentato ChatGPT Search, un motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale che vuole sfidare Google.
Atteso a lungo nel settore tech, questo nuovo strumento ha suscitato grande curiosità e ha spinto Google a rispondere, integrando le risposte AI nel proprio sistema di ricerca. Tuttavia, nonostante l’hype iniziale, ChatGPT Search sembra non essere ancora pronto a competere pienamente con il colosso della ricerca online.
Dopo aver utilizzato ChatGPT Search come motore di ricerca principale per un giorno intero, l’esperienza ha dimostrato alcuni limiti che lo rendono poco adatto per l’uso quotidiano.
Se da un lato è utile per rispondere a domande complesse, dall’altro si dimostra inefficace per ricerche rapide o di carattere navigazionale. ChatGPT Search si rivela interessante per domande articolate, e ci evita di perdere tempo tra articoli scritti per la SEO e pubblicità, fornendo risposte concise e visualizzando a lato le fonti con tanto di estratti che confermano l’affidabilità dell’informazione. Tuttavia, per query brevi e veloci, tipiche delle ricerche su Google, il sistema di OpenAI mostra gravi lacune.
Un chiaro esempio è la ricerca dei punteggi sportivi, che in alcuni casi è errata e non aggiornata. In sintesi, ChatGPT Search sembra utile per rispondere a domande complesse e articolate, come “Quale lega sportiva americana ha la maggiore diversità?” In questo caso, il motore è in grado di raccogliere informazioni da fonti diverse, fornendo una risposta dettagliata e verificata. Tuttavia, per un uso quotidiano in cui le query brevi dominano, Google resta l’opzione più affidabile.
OpenAI ha riconosciuto le difficoltà nel gestire query brevi e navigazionali. “Con ChatGPT Search, gli utenti tendono a formulare domande in modo naturale rispetto ad altri strumenti di ricerca” ha dichiarato Niko Felix, portavoce di OpenAI. “Le query web navigazionali, brevi per definizione, sono ancora frequenti. Miglioreremo l’esperienza per questo tipo di ricerche nel tempo.”
Un altro limite deriva dal fatto che ChatGPT Search si appoggia a Bing di Microsoft, considerato meno preciso rispetto a Google. Inoltre, i modelli linguistici di grandi dimensioni, come quello di ChatGPT, funzionano meglio con domande complete piuttosto che con parole chiave isolate.
Per ora, Google resta lo strumento preferito dagli utenti per le ricerche veloci. Se OpenAI vuole trasformare ChatGPT Search in un “portale d’accesso” su Internet, dovrà migliorare sensibilmente la gestione delle query comuni e rendere il motore più affidabile per l’uso quotidiano.