Pavel Durov nella rete della giustizia francese: 12 accuse, tra cui riciclaggio di denaro e frode
Il fondatore e CEO di Telegram, Pavel Durov, non ha certo avuto un atterraggio tranquillo a Parigi. Sabato scorso, all’aeroporto di Le Bourget, appena messo piede sul suolo francese, è stato subito arrestato dalle autorità locali. Un blitz che ha sollevato un polverone mediatico, mentre le bocche delle autorità restavano cucite.
Ma ora, a qualche giorno di distanza, la giustizia francese inizia a svelare le carte: Durov dovrà affrontare ben 12 accuse penali, che vanno dal riciclaggio di denaro alla complicità in reati ben più gravi.
I capi d’accusa: dal riciclaggio alla frode organizzata
Il quadro accusatorio tracciato dalla procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, è pesante come un macigno. Durov sarebbe coinvolto in un vortice di attività illecite che includono la complicità nella conservazione e distribuzione di contenuti CSAM, facilitazione del traffico di droga e frode organizzata. E non finisce qui. La piattaforma Telegram, secondo l’accusa, non avrebbe collaborato con le autorità, ignorando sistematicamente le richieste di informazioni.
Durov è accusato anche di fornire servizi di crittografia senza dichiarazione certificata, un reato che in Francia non si prende alla leggera. E come se non bastasse, lo si accusa di far parte di un’associazione criminale con l’intento di commettere crimini punibili con almeno cinque anni di reclusione. Un quadro che fa tremare i vertici di Telegram, che nel frattempo ha risposto pubblicamente in merito alla questione.
La difesa di Macron: “Nessuna motivazione politica”
Nel marasma di accuse, c’è chi ha provato a far passare l’arresto come una mossa politica. Ma il presidente francese Emmanuel Macron ha voluto chiarire, attraverso un post su X, che la detenzione di Durov è esclusivamente legata a un’indagine giudiziaria in corso, senza alcuna interferenza politica. “Spetta ai giudici pronunciarsi” ha tagliato corto Macron.
Il futuro di Durov in bilico: attesa per l’incriminazione
Durov, nel frattempo, resta in custodia, con un giudice che ha già prorogato la sua detenzione. Le prossime ore saranno cruciali: la scadenza della custodia è imminente e le autorità francesi dovranno decidere se formalizzare le accuse o rilasciarlo. Se le accuse venissero confermate, la detenzione potrebbe prolungarsi ulteriormente, gettando ombre pesanti sul futuro del CEO di Telegram.