La SEO è morta? Perplexity pensa al sistema per far guadagnare gli editori
Perplexity, il nuovo motore di ricerca basato su AI, ha annunciato un nuovo programma che permetterà ai Publisher di condividere i ricavi generati dalla pubblicità.
L’iniziativa, chiamata Perplexity Publishers’ Program, è stata presentata dalla startup di San Francisco, attualmente valutata 3 miliardi di dollari e sostenuta da Jeff Bezos e Nvidia.
Il funzionamento di Perplexity è affascinante. Quando un utente scrive una domanda, il motore di ricerca scansiona tutto il web e utilizza l’AI per sintetizzare una risposta attingendo da diverse fonti, tra cui i contenuti pubblicati online dai vari editori (compresi noi). Con il lancio del programma pubblicitario, programmato per la fine di settembre, l’azienda si impegna a condividere una parte dei ricavi pubblicitari con i publisher che contribuiscono alle risposte generate dall’AI.
I partner che inizialmente collaboreranno con Perplexity sono TIME, Fortune, The Texas Tribune, Der Spiegel e Automattic, la società dietro WordPress.com. Dmitry Shevelenko, Chief Business Officer di Perplexity, si è tenuto ben lontano da cifre e guadagni, ma ha solo detto che si tratterà di “una percentuale importante a doppia cifra”.
L’iniziativa di Perplexity arriva in un momento molto delicato per il mondo dell’editoria. Dopo i recenti aggiornamenti di Google, alcuni smascherati totalmente da alcuni documenti interni diventati pubblici, che hanno azzerato il traffico dei siti web più piccoli in favore delle testate giornalistiche, le soluzioni di AI come ChatGPT, Perplexity e Gemini toglieranno ancora più traffico a chi produce regolarmente contenuti per il web.
Google ha iniziato a mostrare le risposte generate dall’AI direttamente nella pagina dei risultati di ricerca, ma senza alcun compenso per i publisher, neanche quelli a cui viene effettivamente “presa” la risposta.
Shevelenko ha sottolineato che il programma di Perplexity offre ai publisher un’opportunità concreta di guadagno, a differenza di quanto avviene con Google, che attualmente non condivide alcun ricavo con i publisher. Secondo Shevelenko, i Publisher potranno generare un flusso di entrare aggiuntivo. Ricordiamo che Perplexity è stato il primo motore di ricerca AI a includere le citazioni delle fonti già nel 2022 e nel corso del tempo ha dato ancora più visibilità all’autore effettivo della risposta.
La citazione della fonte e il pagamento per eventuali risorse aggiuntive non saranno gli unici metodi di guadagno per l’azienda, che ha pensato anche a dei nuovi formati pubblicitari, come l’inserimento dei video nella parte superiore della pagina.
Perplexity si muove in anticipo e sceglie un paio di modalità per sostenersi in un momento davvero delicato per l’editoria e il futuro dell’AI, oltre all’abbonamento alla versione “Premium”.
Nonostante le iniziative, i publisher si preoccupano ogni giorno sempre più: le cifre dei guadagni di Perplexity sono ancora da definire e trovare fonti di traffico è diventato un grande problema in un panorama dominato da motori di ricerca AI e chatbot in grado di rispondere ad ogni domanda in tempo reale.