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Recensione Poco F6 Pro

  • Pubblicato:
    05 Dicembre 2024, 15:50
  • Aggiornato:
    05 Dicembre 2024, 15:51
Lorenzo Ricciutelli
Recensione dello smartphone poco f6 pro

Se state cercando uno smartphone dalle buone prestazioni, ma che non svuoti completamente il portafoglio, allora poco è un nome con cui dovreste familiarizzare: questa è la recensione del Poco F6 Pro.

Il sub-brand di Xiaomi si è costruito una solida reputazione offrendo prestazioni da flagship a prezzi da fascia media e il modello di punta di quest’anno si trova -oggi- ad un prezzo conveniente.

È naturale che per raggiungere un prezzo competitivo sono stati necessari alcuni compromessi: non troverete un comparto fotografico come sulla serie Xiaomi 14, per esempio. Lo smartphone monta inoltre il processore Snapdragon 8 Gen 2, top di gamma dello scorso anno, ed è proprio questa scelta che conferisce ottime prestazioni ad un prezzo contenuto.

La domanda è: questi compromessi sono troppo importanti per renderlo uno smartphone valido per l’uso quotidiano? Ho utilizzato il Poco F6 Pro come dispositivo principale nell’ultima settimana per scoprirlo.

Confezione del poco f6 pro

Design e costruzione

Le dimensioni del Poco F6 Pro sono abbastanza generose: 160,86 x 74,95 x 8,21 mm e un peso di 209 grammi. La protezione è affidata al Gorilla Glass 5 per il display, mentre il retro sfoggia l’elegante “Velvet Glass”. Il dispositivo è disponibile in due colorazioni classiche: Nero e Bianco.

Dal punto di vista estetico, questo modello è una netta evoluzione rispetto al predecessore F5 Pro e si avvicina al design della serie X6. Il display completamente piatto e i bordi squadrati ricordano vagamente le linee dell’iPhone, mentre il pannello posteriore presenta una curvatura sottile.

Ogni elemento del dispositivo trasmette una sensazione premium. La scocca in alluminio e il vetro posteriore, caratterizzato da una finitura vellutata con un particolare pattern che gioca con la luce, conferiscono al telefono un aspetto di grande pregio. Le dimensioni generose e il peso importante contribuiscono a differenziarlo dai medio gamma più economici, generalmente costruiti in plastica.

La finitura vellutata del retro offre sensazioni tattili eccellenti, ma presenta un inconveniente: la superficie risulta particolarmente scivolosa. Per un utilizzo sicuro, è praticamente indispensabile utilizzare una cover – fortunatamente, nella confezione è inclusa una custodia in TPU nero opaco di buona qualità che migliora sensibilmente il grip.

Due sono le note tecniche che merita una menzione: il Poco F6 Pro ha una certificazione IP54 (resistenza ad acqua e polvere) mentre il più economico Poco F6 vanta una certificazione (superiore) IP64.

Un dettaglio che difficilmente farà la differenza nell’uso quotidiano, ma che vale la pena sottolineare. Inoltre, il display è protetto da Gorilla Glass 5, mentre il modello base monta il più recente Gorilla Glass Victus – probabilmente una scelta per bilanciare i costi della scocca in metallo.

Display e qualità visiva

Poco F6 Pro 3

Il Poco F6 Pro monta un display AMOLED da 6,67 pollici che rappresenta indubbiamente uno dei punti di forza del dispositivo. Il pannello vanta una risoluzione di 1440 x 3200 pixel con 526 PPI (pixel per pollice), superando in questo aspetto dei top di gamma più costosi ad oggi presenti sul mercato.

La frequenza di aggiornamento è di 120Hz, con la possibilità di passare dinamicamente a 60Hz per ottimizzare i consumi energetici. Sebbene non raggiunga la versatilità dei display LTPO, capaci di scalare da 1 a 120Hz, la soluzione adottata rappresenta comunque un ottimo compromesso tra fluidità e autonomia.

Impressionante la luminosità del pannello, che secondo le specifiche tecniche rilasciate da Poco può raggiungere picchi di 4.000 nit in determinare condizioni. In praticamente ogni condizione, il display è sempre leggibile anche sotto la luce diretta del sole. La scelta di un pannello completamente piatto si rivela vincente.

Il display supporta sia Dolby Vision che HDR10+, con la capacità di riprodurre colori a 12 bit. Molto bene i contenuti su Netflix o Amazon Prime con HDR attivo: i colori risultano accurati.

HyperOS, l’interfaccia utente del dispositivo, offre alcune delle opzioni di calibrazione del display più complete mai viste su uno smartphone Android. Sono disponibili numerosi profili colore preimpostati, tutti personalizzabili, oltre a modalità avanzate DCI-P3 e sRGB per gli utenti più esigenti.

Degna di nota è anche l’attenzione rivolta al benessere visivo: il Poco F6 Pro ha ottenuto le certificazioni TUV per la riduzione della luce blu, l’assenza di sfarfallio e la compatibilità circadiana. La frequenza PWM di 3840Hz per la regolazione della luminosità contribuisce ulteriormente a ridurre l’affaticamento degli occhi durante l’utilizzo prolungato.

Le fotocamere

Il Poco F6 Pro si presenta con un modulo fotografico sul retro composto da quattro elementi circolari di grandi dimensioni. Il setup comprende un sensore principale da 50MP con apertura f/1.6 e dimensioni di 1/1.55 pollici, affiancato da un obiettivo ultrawide da 8MP f/2.2 e un sensore macro da 2MP f/2.4.

Il sensore principale rappresenta indubbiamente l’elemento di spicco del comparto fotografico. Si distingue per la sua capacità di catturare immagini ricche di dettagli, con un’ottima gamma dinamica e prestazioni convincenti anche in condizioni di scarsa luminosità. La capacità di messa a fuoco ravvicinata lo rende efficace anche per gli scatti macro, rendendo quasi superfluo il ricorso all’apposito sensore dedicato.

Il dispositivo offre una modalità zoom 2x, ottenuta tramite ritaglio digitale del sensore principale. Questa soluzione è efficace in condizioni di buona illuminazione ed evidenzia limiti più marcati in condizioni di scarsa luminosità, dove la qualità dell’immagine subisce un peggioramento visibile.

Il sensore ultrawide da 8MP garantisce una buona coerenza cromatica con il sensore principale, ma mostra i suoi limiti nella riproduzione dei dettagli, specialmente quando le immagini vengono visualizzate su display di grandi dimensioni. L’assenza dell’autofocus ne limita la versatilità, precludendo la possibilità di scatti ravvicinati.

Prestazioni molto limitate quelle del sensore macro da 2MP, relegato nelle impostazioni avanzate della fotocamera. La bassa risoluzione e una capacità di messa a fuoco ravvicinata solo marginalmente superiore al sensore principale ne riducono l’utilità pratica.

Per quanto riguarda i selfie, la fotocamera frontale da 16MP offre prestazioni nella media, con un campo visivo standard e assenza di autofocus. La registrazione video è limitata a 1080p a 60fps. In condizioni di illuminazione favorevole, gli scatti risultano soddisfacenti, beneficiando dell’efficace modalità ritratto implementata da Xiaomi.

Sul fronte video, il sensore principale supporta la registrazione in 4K a 60fps o 8K a 24fps. Quest’ultima modalità, sebbene tecnicamente impressionante e dotata di stabilizzazione – caratteristica non comune in questa fascia di prezzo – produce file di grandi dimensioni a fronte di un miglioramento qualitativo marginale. Il sensore ultrawide si limita alla registrazione in Full HD a 30fps.

Prestazioni

Il Poco F6 Pro si affida al Qualcomm Snapdragon 8 Gen 2, lo stesso SoC che ha alimentato i top di gamma dello scorso anno. Questa scelta si traduce in prestazioni che superano la maggior parte dei dispositivi nella stessa fascia di prezzo, posizionandosi solo leggermente al di sotto dei top di gamma 2024.

La variante in prova è il modello di punta, con un generoso storage da 1TB abbinato a 16GB di RAM. Il modello base ha 12GB di ram e 256GB di memoria viene proposto a 449€ su Amazon contro i 669,90€ del top presente però solo sul sito di Xiaomi. Lo smartphone non dispone di slot microSD per l’espansione della memoria.

Nonostante alcuni limiti nell’utilizzo dei consueti strumenti di benchmark – una pratica non inusuale per Xiaomi – le capacità dello Snapdragon 8 Gen 2 sono ben note. Nell’utilizzo quotidiano, risulta praticamente impossibile distinguere le prestazioni di questo dispositivo da quelle di un flagship dotato del più recente Snapdragon 8 Gen 3, nonostante quest’ultimo abbia un costo pari al doppio. La reattività del sistema è eccellente, il multitasking non presenta alcuna esitazione e non si riscontrano rallentamenti durante l’uso.

Il comparto audio è affidato a un sistema di altoparlanti stereo con supporto Dolby Atmos, che completa la dotazione multimediale del dispositivo.

La fluidità e la potenza di calcolo disponibili rendono il Poco F6 Pro una scelta particolarmente interessante per chi cerca prestazioni di alto livello senza dover necessariamente investire cifre tipiche dei top di gamma più recenti.

Sul fronte gaming, il Poco F6 Pro esegue ogni giorno del Play Store con impostazioni grafiche al massimo e garantisce un’esperienza di gioco fluida e senza alcun problema. Particolarmente impressionante è la gestione termica: dopo una mezz’oretta di gaming lo smartphone presenta solo un lieve aumento della temperatura.

Software e gaming del poco f6 pro

Software

Il Poco F6 Pro arriva sul mercato con HyperOS, la nuova interfaccia di Xiaomi basata su Android 14 che sostituisce la storica MIUI. Nonostante il cambio di nome, chi ha già utilizzato uno smartphone Xiaomi si sentirà subito a casa: HyperOS mantiene infatti la stessa filosofia, nel bene e nel male.

L’interfaccia è fluida e reattiva, con numerose opzioni di personalizzazione a disposizione dell’utente. Il design è pulito ed elegante, anche se la scelta di utilizzare solo icone nei menu rapidi, senza testo, può inizialmente disorientare gli utenti meno esperti.

Una delle caratteristiche distintive rispetto ad Android stock è la separazione tra il pannello delle notifiche e quello delle impostazioni rapide, accessibili con uno swipe dai rispettivi lati del display – un approccio simile a quello di iPhone e dei dispositivi Huawei/Honor.

Sul fronte dell’intelligenza artificiale, HyperOS non segue il trend del momento come Samsung o Google, ma offre comunque alcune funzionalità interessanti, specialmente nell’editing delle immagini. Queste funzioni, che richiedono il download di un plugin dedicato, includono strumenti come l’espansione del campo visivo delle foto attraverso l’AI generativa e un tool potenziato per la rimozione di persone od oggetti dalle immagini. I risultati, pur non raggiungendo la perfezione, sono sorprendentemente vicini a quelli offerti da Samsung.

Il lato meno piacevole dell’esperienza software riguarda la presenza massiccia di applicazioni preinstallate. Oltre alla duplicazione di molte app Google con le controparti Xiaomi (non rimovibili), troviamo una quantità considerevole di bloatware, inclusa una cartella piena di giochi. Sebbene la maggior parte di queste app possa essere disinstallata, l’elenco delle applicazioni è piuttosto affollato e richiede subito una bella pulizia.

Un’altra nota dolente sono le frequenti notifiche generate dalle app di sistema, fastidiose per chi preferisce un’esperienza meno invasiva.

Autonomia e ricarica

Il Poco F6 Pro è equipaggiato con una batteria da 5000 mAh, una capacità importante che garantisce una buona autonomia nell’utilizzo quotidiano. Durante i test, il dispositivo ha dimostrato di poter gestire agevolmente una giornata di utilizzo standard. Nelle giornate più intense, caratterizzate da un uso frequente di applicazioni energivore come Google Maps e fotocamera, l’autonomia si è rivelata sufficiente, seppur al limite, senza mai richiedere ricariche extra.

Se l’autonomia si attesta su livelli buoni, il punto di forza è la velocità di ricarica con l’alimentatore da 120W incluso in confezione.

Le prestazioni sono notevoli: da batteria completamente scarica si raggiunge il 100% in circa 25 minuti. Particolarmente utile è la possibilità di recuperare tra il 30% e il 40% di carica con soli 5 minuti, una caratteristica estremamente utile nelle situazioni di emergenza.

Un passo indietro rispetto al predecessore è l’assenza della ricarica wireless, che nel modello precedente supportava potenze fino a 30W. Tuttavia, l’eccezionale velocità della ricarica cablata compensa ampiamente questa mancanza, rendendo il compromesso accettabile.

Valutazione e considerazioni finali

Il Poco F6 Pro, pur non essendo commercializzato come smartphone da gaming, è particolarmente adatto a questo utilizzo. La combinazione di un display eccellente, speaker di qualità, ampie opzioni di memoria e un processore potente offre un’esperienza di gioco di livello premium a un prezzo inferiore rispetto ai top di gamma.

Nel confronto con la concorrenza, il comparto fotografico rappresenta l’elemento più debole. Chi pone la fotografia al centro delle proprie esigenze troverà alternative più convincenti, come il Pixel 8a. È interessante notare, tuttavia, come le prestazioni fotografiche del F6 Pro superino quelle tipiche degli smartphone gaming, evidenziando come il giudizio finale dipenda molto dal termine di paragone scelto.

L’esperienza complessiva con il Poco F6 Pro si è rivelata decisamente positiva. Il dispositivo convince per le prestazioni, per il design e la costruzione premium, per le prestazioni gaming di alto livello e per la velocità di ricarica. L’interfaccia software, pur non essendo la migliore, si è dimostrata funzionale e ben ottimizzata.

Per chi cerca uno smartphone potente, ma non vuole spendere troppo, il Poco F6 Pro rappresenta un’ottima scelta, capace di offrire un equilibrato compromesso tra prestazioni elevate e prezzo.


Voto finale
Poco F6 Pro

7

Vantaggi
  • Prestazioni eccezionali
  • Display ad alta risoluzione
  • Ricarica ultra rapida
Svantaggi
  • Fotocamere secondarie non convincenti
  • Certificazione IP54 inferiore al modello base
  • Protezione Gorilla Glass 5 (inferiore al modello base)
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Lorenzo Ricciutelli
Lorenzo Ricciutelli
Fondatore e autore di Techdot. Vivo da sempre con un’amore sfrenato per l’informatica e la tecnologia. Homo sanza lettere, discepolo della esperienza. Imprenditore digitale.