Telegram sotto accusa dall’Unione Europea
I funzionari dell’UE credono che Telegram abbia mentito sui numeri degli utenti.
Un’indagine dela Commissione Europea potrebbe mettere Telegram sotto una lente d’ingrandimento ancora più severa. Non bastavano le grane con la giustizia francese, ora anche Bruxelles punta il dito contro Pavel Durov, il fondatore del popolare servizio di messaggistica, accusato di aver manipolato i numeri degli utenti per sfuggire alle maglie del Digital Services Act (DSA).
Il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea sta conducendo un’indagine per svelare quanti utenti reali abbiano in mano i server di Telegram nei confini dell’Unione. Secondo quanto riferisce il Financial Times, i tecnici dell’UE stanno incrociando i dati forniti dalla piattaforma con le loro proiezioni per smascherare eventuali bugie. “Abbiamo i nostri metodi per verificare l’esattezza dei numeri comunicati” ha dichiarato Thomas Regnier, portavoce per le questioni digitali della Commissione.
Lo scorso anno, Telegram si vantava di avere 41 milioni di utenti nell’UE. Una cifra che sarebbe dovuta aumentare, ma che ora la piattaforma definisce vagamente “significativamente inferiore a 45 milioni.”
Un silenzio che per i funzionari europei ha già il sapore della violazione del DSA, con l’indagine pronta a dimostrare che la soglia critica dei 45 milioni, che obbligherebbe Telegram a rispettare regole molto più stringenti, è stata superata.
Superare questa soglia significa diventare una “piattaforma online molto grande” secondo il DSA, con tutto il carico di obblighi che ne deriva: più controlli, più responsabilità e una trasparenza quasi totale verso la Commissione Europea. E se le regole non vengono rispettate, la multa può arrivare fino al 6% del fatturato annuo.
Ma non è solo l’UE a dare filo da torcere a Durov. In Francia, il fondatore di Telegram è al centro di un’inchiesta per reati gravissimi, tra cui la complicità nella diffusione di pornografia infantile e la vendita di droghe illegali attraverso il suo servizio.
Arrestato nei pressi di Parigi, Durov è stato rilasciato dopo aver versato una cauzione di 5 milioni di euro. Ora, con un passaporto francese in tasca, deve rimanere in Francia e presentarsi in commissariato due volte a settimana, in attesa che le indagini facciano il loro corso.