YouTube, pubblicità di un’ora e senza skip: errore o nuova strategia?

Su Youtube alcuni utenti segnalano inserzioni di un’ora senza possibilità di saltare l’annuncio.
Una pratica che, se fosse confermata come scelta strategica di Google, segnerebbe un nuovo controverso passo nel rapporto tra la piattaforma video e il suo pubblico. In base alle testimonianze apparse sui social, il disagio è evidente: chi desidera guardare un breve video su YouTube non vuole certo incappare in un’ora di pubblicità obbligatoria, per di più non saltabile.
C’è chi ipotizza che si tratti di un bug, che certe pubblicità lunghe dovrebbero in realtà offrire un pulsante “skip” dopo pochi secondi. Se così fosse, si tratterebbe “solo” di un malfunzionamento, destinato a scomparire non appena Google risolva l’anomalia. Resta il fatto che, come già successo in passato, le inserzioni molto lunghe (da 10 o 15 minuti) erano comunque saltabili. Il nuovo format invece costringe l’utente a ricaricare la pagina o ad abbandonare del tutto il video.

Una nuova strategia per combattere gli ad-blocker?
Youtube ha dichiarato guerra agli adblocker (qui e qui) e a tutte quelle pratiche che non permettono la visualizzazione della pubblicità all’interno della piattaforma. La posizione ufficiale dell’azienda è che, essendo Youtube un servizio fondamentalmente gratuito, la monetizzazione è fondamentale per la vita della piattaforma.
È però innegabile che certi formati pubblicitari rischiano di spingere gli utenti a cercare nuove soluzioni per bloccare gli annunci. Un’ora di advertising non skippabile è un eccesso.
Se davvero si tratta di un errore di configurazione, ci si augura che Google corra ai ripari rapidamente, d’altra parte se fosse una scelta – o magari un test – si tratterebbe di un segnale d’allarme per il futuro della fruizione della piattaforma.
Doppio danno: utenti e inserzionisti
Paradossalmente, il danno potrebbe ricadere anche su chi paga la pubblicità: un annuncio così lungo, e per di più obbligatorio, spinge molti utenti a ricaricare la pagina o a chiudere il browser. Difficile immaginare qualcuno disposto a guardare un’ora di spot forzati prima di un video di pochi minuti.
Al momento, Google non ha rilasciato dichiarazioni su questo problema specifico. L’auspicio è che si tratti davvero di un malfunzionamento tecnico, e non di una direzione futura. Se l’azienda insisterà su inserzioni così invasive, è probabile che gli ad blocker, oggi limitati dalla stessa piattaforma, tornino in auge con nuovi metodi per aggirare i divieti.