Axion, la nuova CPU di Google basta su ARM per ricerca e AI
Google introduce Axion, il suo chip personalizzato basato su ARM destinato ai data center, per alzare le prestazioni in ambito ricerca e AI e competere contro i colossi del cloud computing come Amazon e Microsoft.
Axion non è solo un processore; è la promessa di una rivoluzione. Realizzato sulla piattaforma Neoverse V2 di Arm, questo processore custom è stato pensato per essere il cuore pulsante di servizi quotidiani a noi ormai indispensabili: dalle semplici ricerche su Google alle complesse elaborazioni legate all’intelligenza artificiale.
Con prestazioni che superano del 30% gli strumenti cloud basati su Arm attualmente in uso e che fanno impallidire le macchine virtuali basate su x86 con un incremento del 50%, Axion vuole essere un vero e proprio gigante nel cloud computing. E non è tutto: il suo consumo energetico è ridotto del 60% rispetto ai sistemi precedenti.
La scelta di Google di costruire Axion sfruttando la stessa tecnologia Arm utilizzata da Amazon e Microsoft segna un punto di svolta epocale. Questa mossa, come evidenziato dal The Wall Street Journal, dimostra l’ambizione di Google di equipararsi ai suoi diretti concorrenti ma evidenzia anche una strategia di indipendenza e autosufficienza nel campo dei componenti hardware. Google ha già iniziato a sperimentare internamente l’efficacia di questo chip, integrandolo in servizi fondamentali come BigTable, Spanner e la piattaforma di annunci di YouTube. Ma le ambizioni di Google non si fermano qui: nei prossimi mesi, l’azienda prevede di offrire un’anteprima delle capacità di Axion attraverso macchine virtuali dedicate, rendendole poi disponibili a tutti i clienti di Google Cloud entro la fine dell’anno.
È interessante sottolineare che Google non ha intenzione di vendere direttamente i chip Axion, ma proporrà un modello di accesso basato sull’affitto dell’hardware personalizzato, una strategia che riflette la visione dell’azienda di un computing sempre più cloud-based e accessibile.
Questo passo rappresenta un’evoluzione naturale per Google, che da anni investe nello sviluppo di soluzioni hardware proprietarie, dai telefoni Pixel fino alle Tensor Processing Units, pilastri dei suoi data center dal 2015. Ma Axion segna una novità: è una dichiarazione d’intenti, un’affermazione di indipendenza e di competitività nel settore del cloud computing, dove la velocità e l’efficienza energetica sono valute sempre più preziose.
Con Axion, Google non solo mira a ridurre la sua dipendenza da fornitori esterni ma lancia una sfida aperta ai giganti del cloud, inaugurando una nuova era di competizione basata sull’innovazione dei superchip. In questo scenario, Axion potrebbe non essere solo il futuro di Google ma di tutto il cloud computing, promettendo di soddisfare l’insaziabile bisogno di potenza di calcolo, soprattutto in ambito di servizi di intelligenza artificiale. Con una mossa così audace, Google si conferma non solo come un leader tecnologico ma come un visionario, pronto a plasmare il futuro dell’informatica nel cloud.