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xAI: la compagnia AI di Elon Musk raccoglie 6 miliardi di dollari

xAI di Elon Musk raccoglie 6 miliardi di dollari
26 Aprile 2024, 10:46 | Lorenzo Ricciutelli Lorenzo Ricciutelli

xAI, il rivale di OpenAI nato solamente dieci mesi fa per volontà di Elon Musk, è in procinto di raccogliere 6 miliardi di dollari in una valutazione pre-money di 18 miliardi.

L’accordo – che concederebbe agli investitori un quarto della compagnia – dovrebbe concludersi nelle prossime settimane escludendo eventuali colpi di scena.

I termini dell’accordo sono già stati modificati una volta. Fino allo scorso fine settimana, Jared Birchall, che dirige l’ufficio familiare di Musk, informava i potenziali investitori che xAI stava raccogliendo 3 miliardi di dollari con una valutazione pre-money di 15 miliardi di dollari. Data la grande partecipazione all’investimento, i numeri sono stati rapidamente modificati.

Secondo una fonte di TechCrunch, gli investitori hanno ricevuto un’email che comunicava l’aumento della richiesta, invitandoli a non lamentarsi.

Chi sono gli investitori? Anche alcuni “amici” di Musk

Sequoia Capital e Future Ventures, il fondo di venture co-fondato dall’amico di lunga data di Musk, Steve Jurvetson, partecipano al round di finanziamenti. Tra gli altri partecipanti ci saranno, con buona probabilità, Valor Equity Partners e Gigafund, i cui fondatori fanno parte del cerchio ristretto di Musk, che notoriamente mescola gli affari con la sua vita privata.

Jurvetson è membro del consiglio di SpaceX ed è stato direttore di Tesla fino al 2020. Luke Nosek, co-fondatore di Gigafund e precedentemente co-fondatore di Founders Fund con l’investitore Peter Thiel, è stato il primo investitore di venture a finanziare SpaceX e ne fa parte del consiglio da allora. Antonio Gracias, fondatore di Valor, è stato tra i primi investitori di Tesla; come Jurveston, è stato un ex direttore di Tesla ed è anche nel consiglio di SpaceX.

xAI, l’intelligenza artificiale libera

La filosofia di xAI è quella di collegare il mondo digitale e quello fisico, probabilmente utilizzando le competenze di un’altra sua importante società: Neuralink, che impianta chip nel cervello e ha già aiutato il primo caso reale, facendo controllare all’uomo un computer utilizzando solamente il suo cervello.

Le implicazioni di xAI possono essere infinite: può aiutare Tesla a sviluppare totalmente la guida autonoma, il chatbot Grok, implementato su X (ex Twitter) è già noto per i suoi discorsi “senza peli sulla lingua”.

L’ultimo beneficiario sarebbe il robot umanoide di Tesla, Optimus, ancora “chiuso” in laboratorio, ma che nei prossimi mesi potrà svolgere compiti nella vita reale. Magari su Marte, chissà.


Lorenzo Ricciutelli
Fondatore e autore di Techdot. Vivo da sempre con un’amore sfrenato per l’informatica e la tecnologia. Homo sanza lettere, discepolo della esperienza. Imprenditore digitale.