Sony porterà le sue esperienze di gioco su PC, Mobile e Cloud
Il CEO di Sony, Kenichiro Yoshida, ha parlato del futuro dei videogiochi e ovviamente dei giochi Playstation, affermando di voler portare esperienze di gioco anche su Pc, Mobile e Cloud.
L’incessante evoluzione dell’industria videoludica ha assistito all’arrivo (e talvolta alla partenza) di importanti tendenze tecnologiche, che sono integrate in tutto, dalle pratiche aziendali fino ad arrivare a come i giochi vengono sviluppati e poi commercializzati.
La posizione di Sony, uno dei nomi più grandi dell’intero settore videoludico, gioca un ruolo chiave ed è libera di sperimentare diversi approcci lato hardware e software dei videogame e sembra proprio che l’azienda sia decisa a raddoppiare i suoi sforzi per restare al passo con i tempi.
Il CEO di Sony ha parlato con Norges Bank Investment Management, commentando il futuro dei videogiochi e della Playstation, affermando:
“Sarà ubiquo… Ovunque ci sia il computing, gli utenti potranno giocare i loro giochi preferiti senza interruzioni. Perché PlayStation rimarrà il nostro prodotto principale ed espanderemo le nostre esperienze di gioco su PC, mobile e cloud”
Yoshida ha anche condiviso alcune riflessioni sui servizi di gaming basati su abbonamento, aggiungendo:
“Le persone di solito giocano un gioco alla volta.. Quindi il tipo all you can eat di molti giochi potrebbe non essere così prezioso rispetto ai servizi di streaming video. Quindi avremo una sorta di servizio bilanciato o ibrido su Playstation Network: un abbonamento così come un pay-per-content”
L’ascesa del cloud gaming e dei servizi di streaming di giochi negli ultimi anni ha permesso agli editori e agli sviluppatori di raggiungere più consumatori che vogliono poter accedere ai loro titoli preferiti su dispositivi diversi, o in situazioni in cui il loro principale hardware di gioco potrebbe non essere disponibile o reperibile.
In ogni caso, c’è molto da lavorare per rendere il Cloud Gaming un servizio di massa: alcuni sforzi sono stati resi vani, vedi il caso Google Stadia.